Avrebbero sparato più persone con pistole di diverso calibro


(ANSA) – LECCE, 14 GIU – Sarebbero state più persone a
sparare al 42enne Luigi Guadadiello, ucciso nella tarda serata
di ieri a Squinzano, in provincia di Lecce, mentre usciva di
casa con la compagna, il figlio neonato e altri due famigliari.
   
Gli inquirenti parlano di un agguato in stile mafioso e non
escludono un regolamento di conti nell’ambito della criminalità
organizzata. Guadadiello aveva precedenti anche per spaccio di
droga.
   
Il 42enne era uscito dal carcere lo scorso marzo dopo una
condanna a 16 anni, confermata in Cassazione, per avere ucciso
nel 2008 con due coltellate un 31enne di nazionalità marocchina
che avrebbe violentato la compagna di Guadadiello, all’epoca
21enne. Secondo quanto accertato dalle indagini il 42enne guidò
per tutta la notte dal Salento fino al comune di Gera d’Adda, in
provincia di Bergamo, dove viveva la sua fidanzata.
Sono dieci i bossoli rinvenuti ieri in via Donizzetti dai
carabinieri della sezione scientifica: due sono di una pistola
calibro 7,65 e otto di una calibro 9 parabellum. A uccidere il
42enne è stato il proiettile che lo ha raggiunto tra il torace e
il collo; un altro lo ha colpito a una gamba.
   
Secondo le prime ricostruzioni Guadadiello, avendo visto i
suoi assassini, avrebbe tentato invano di fuggire a piedi ma
sarebbe stato raggiunto e ucciso. Alcuni testimoni avrebbero
riferito la presenza di un’auto scura di grossa cilindrata vista
allontanarsi a velocità sostenuta. (ANSA).
   

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