di Cesare Bechis

Proseguono le indagini per individuare gli assassini del 19enne ucciso il 9 novembre. La pista della droga, il ruolo della madre e una comunità che attende una risposta

BRINDISI – Paolo Stasi fu ucciso il 9 novembre scorso. Tra qualche giorno saranno quattro mesi che Francavilla Fontana (Brindisi) e la famiglia del 19enne ammazzato sulla soglia di casa con due colpi di pistola – non ancora trovata – attendono due risposte: chi è stato e perché.

Le parole del primo cittadino

Le indagini finora hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due giovani sospettati di omicidio volontario e detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Secondo i calcoli degli avvocati difensori a fine maggio scadono i termini. La Procura di Brindisi o archivia o chiede la proroga per altri sei mesi. «Considerando il tempo che passa – commenta il sindaco Antonello Denuzzo – il pensiero va ai famigliari, agli amici e alle persone che hanno patito la perdita di Paolo in un modo così tragico. Non posso fare alcuna valutazione sul tempo trascorso dal delitto e sul fatto che ancora manchi un colpevole. Come sindaco e come avvocato sono certo che i magistrati stiano affrontando un caso delicato e complesso con grande serietà e professionalità e che arriveranno a una soluzione. L’imputazione di omicidio è la più grave che si possa immaginare, quindi occorre grande cautela e certezze».

Le dosi confezionate in casa

Gli inquirenti hanno accertato che la droga è al centro della vicenda e che uno dei due indagati rifornisse casa Stasi di marijuana «da oltre un anno e con cadenza quasi quotidiana». Qui Paolo, con un diploma dell’istituto alberghiero in mano e il sogno di fare lo chef, conosciuto da tutti come un giovane riservato, lontano dai pettegolezzi dei social e distante da ambienti a rischio, confezionava dosi per la «successiva cessione a terzi». Non solo, ma i messaggi telefonici scambiati con la mamma rivelarono che quest’ultima chiedeva al figlio di prepararle uno spinello.

Il sottobosco criminale

Gli inquirenti hanno eseguito perquisizioni, acquisito testimonianze e immagini dei sistemi pubblici di videosorveglianza lungo le strade che portano all’abitazione della famiglia Stasi, ma gli elementi ricavati fino ad oggi non sono evidentemente sufficienti né per arrivare alla soluzione del caso né per modificare la posizione dei due indagati. I quali, agli occhi dei cittadini di Francavilla Fontana che sanno bene chi sono, pende l’ombra lunga del sospetto. «So che il sentimento dei miei concittadini per questa vicenda è di dolore – dice il sindaco – ma francamente non so cosa dicono in piazza dove si può dire tutto e il contrario di tutto in modo del tutto irresponsabile. Io non so se dietro c’è un sottobosco criminale, ma sarebbe ancora più inquietante se dietro ci fossero dinamiche tra ragazzi e l’affermazione di un modello culturale che imperversa nel cinema, nella letteratura, nelle televisioni. In ogni caso è un fatto che poteva accadere ovunque e non fa di Francavilla la capitale della criminalità o della devianza giovanile».

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05 marzo 2023 ( modifica il 05 marzo 2023 | 15:24)







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