BARI – Raffaella Carrà sbarca al Museo Civico di Bari con una mostra (dal 23 giugno al 3 settembre) che la celebra come icona dell’arte, a ottanta anni dalla nascita (l’artista è nata il 18 giugno del 1943 ed è morta il 5 luglio del 2021).
L’esposizione, a cura di Maria Paternostro e Silvia Minelli, è stata realizzata lo scorso inverno per lo spazio espositivo fiorentino di Informacittà – L’arte di comunicare e, visto il successo di pubblico, arriva adesso a Bari in una versione ancora più ricca e accattivante per omaggiare una delle star più amate dell’immaginario pop.

La Puglia per la Carrà ha sempre rappresentato un luogo del cuore, soprattutto dal punto di vista spirituale, un amore ricambiato da tutti i pugliesi che proprio nella città capoluogo le hanno dedicato il primo murales italiano, opera di Giuseppe D’Asta. Maria Paternostro spiega: «A due anni dalla sua scomparsa, è doveroso raccontare questa grande donna dello spettacolo, conosciuta ed amata ovunque, attraverso le opere di artisti di tutto il mondo che si sono ispirati alla sua simpatia, empatia, bellezza e professionalità. La Carrà è uno di quei personaggi amati da tutti: sensuale ma mai volgare, intelligente ma mai arrogante, semplice ma mai banale, leggera ma mai superficiale».

Raffaella Maria Roberta Pelloni, bolognese classe 1943, debuttò in televisione nel 1961 ma il vero successo arrivò nel 1970 con la sua partecipazione a Canzonissima  diventando la prima  showgirl  della tv dell’epoca. Icona di stile, regina della televisione, il cui inconfondibile caschetto biondo ha segnato la moda e le pettinature degli anni ’60 e ’70, impegnata socialmente e sempre educata e brillante nei programmi in cui ha partecipato o condotto, è stata anche protagonista di numerose  campagne pubblicitarie  che hanno contribuito a renderla tra i personaggi più amati del nostro paese.

Il percorso espositivo è cospicuo e variopinto. Ci sono opere grafiche di artisti da tutto il mondo: dalla greca Kelly K. al cileno Gabriel Ebensperger, dalla persiana Daria Derakhshan alla francese Zelda Bomba, fino agli italianissimi Simon The Graphic, Il Grande Flagello, Stefano Menicagli, Andrea Giacopuzzi, Elisabetta Raineri, Andrea Mattiello.
Arricchiscono la mostra anche tanti street artist, dalle celebri Lediesis con la loro SuperRaffaella a Carla Bru e i suoi collage, da Laben e i suoi stencil a Miss Quark che si è focalizzata sul rapporto tra la straordinaria carriera della Carrà e i tanti marchi della pubblicità di cui è stata testimonial richiestissima e accreditata.

Una piccola sezione è dedicata anche ai fumettisti con matite prestigiose come Vauro e Donald Soffritti e due disegnatori molto attivi sui social, Audace Social Club e Giancarlo Covino. Infine, il preziosissimo tributo di Steo Disney con un allestimento delle sue celebri bambole dedicate proprio alla Carrà. La mostra «Raffaella. Icona dell’arte» fotografa i cambiamenti dei costumi della società. Come quando rese la cucina di una nota marca «La più amata dagli italiani», nessuno slogan fu mai pronunciato da persona più adatta e alla fine, è diventata proprio lei la più amata dagli italiani. E non solo.







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